12 ago 2015

Recensione "Le Ho Mai Raccontato del Vento del Nord" e "La Settima Onda" di Daniel Glattauer

Un'email all'indirizzo sbagliato e tra due perfetti sconosciuti scatta la scintilla. Come in una favola moderna, dopo aver superato l'impaccio iniziale, tra Emmi Rothner - 34 anni, sposa e madre irreprensibile dei due figli del marito - e Leo Leike - psicolinguista reduce dall'ennesimo fallimento sentimentale - si instaura un'amicizia giocosa, segnata dalla complicità e da stoccate di ironia reciproca, e destinata ben presto a evolvere in un sentimento ben più potente, che rischia di travolgere entrambi. Romanzo d'amore epistolare dell'era Internet, il romanzo descrive la nascita di un legame intenso, di una relazione che coppia non è, ma lo diventa virtualmente. Un rapporto di questo tipo potrà mai sopravvivere a un vero incontro?

Un romanzo epistolare.
Prendete due perfetti sconosciuti.
Emmi Rothner e Leo Leike.
Residenti nella stessa città, non si sono mai visti prima.
Emmi deve disdire l'abbonamento da un'orrida rivista locale.
Un errore nell'indirizzo email e il gioco è fatto.
Emmi entra in contatto con Leo, destinatario dell'email mandata alla persona sbagliata.
Da questo malinteso, ha inizio uno scambio intenso e quotidiano di messaggi.
Tra i due si instaura un'amicizia che va al di là della fisicità.
Un rapporto che sta in piedi grazie alle parole.

"Il suo corpo non era nient'altro che l'aria fra i tasti delle lettere con cui giorno dopo giorno la plasmavo a parole. Un soffio... e sarebbe sparita".


Un qualcosa di astratto: molto più profondo: attraverso le parole scritte, infatti, si riesce a comunicare in modo più intenso, intimo e profondo.

"Comunichiamo dentro una bolla d'aria".

"Non c'è nessuno intorno a noi. Abitiamo in un non luogo. Siamo senza età, senza volto. Il giorno e la notte non esistono. Siamo fuori dal tempo. Abbiamo solo gli schermi del computer, rigorosamente top secret, e un hobby in comune: l'interesse per un perfetto sconosciuto.
Che bravi".

Il romanzo si è rivelato molto al di sopra delle aspettative.
Già la premessa, che mi ha fatto tornare in mente il film "You've got mail - C'è Posta per Te" (uno dei miei preferiti), mi aveva incuriosita parecchio.
Due persone che non conoscono l'uno il volto dell'altro. 
Gli unici indizi che hanno sulla loro identità e sul loro aspetto sono unicamente riconducibili alle parole: conoscono sin troppo la personalità l'uno dell'altro, ma l'immagine fisica che hanno in testa è una mera fantasia.
E' un romanzo molto sottile. 
La scrittura è "fluida" e senza troppe pretese.
Il testo scorre molto velocemente, e lo si finisce fin troppo in fretta.

I due decideranno, alla fine, di incontrarsi? 
O si limiteranno a mantenere un rapporto prettamente virtuale?

Un consiglio: se non avete a portata di mano il seguito, non iniziatelo! Soprattutto se detestate le storie che finiscono in modo incompleto.


COINVOLGIMENTO: (=quanto è riuscito a coinvolgermi): 5/5
STILE DI SCRITTURA: 3/5
ORIGINALITA' TRAMA: 4/5
PERSONAGGI (profilo psicologico): 5/5
SETTING (qualità descrizioni): 3/5

Emmi e Leo: per chi ancora non li conosce, sono i protagonisti di un amore virtuale appassionante, che ha vissuto ogni sorta di emozione, a parte quella dell'incontro vero. Sì, perché dopo quasi due anni, Leo ha deciso di tagliare definitivamente i ponti con Emmi e partire per Boston, per ricominciare una nuova vita. Emmi non si dà però per vinta, e riesce nell'impresa di riallacciare i rapporti con Leo. Mentre lei è ancora felicemente sposata con Bernhard, per Leo in nove mesi le cose sono cambiate, eccome: in America ha conosciuto Pamela e finalmente ha iniziato la storia d'amore che ha sempre sognato. Si sa, però, l'apparenza inganna. Ritornano le schermaglie via e-mail che hanno tenuto col fiato sospeso i lettori di "Le ho mai raccontato del vento del Nord", e anche stavolta promettono scintille.

Come già nell'ultima parte del precedente romanzo, la relazione tra i due è diventata talmente intensa da risultare malata, soprattutto da parte di Emma.

Tanto che, il marito di quest'ultima (Bernhard), si accorge dello strano comportamento della moglie. 
Inizia ad indagare e, una volta intuita la causa del suo cambiamento, decide di intervenire.

Bernhard è il primo elemento esterno ad intromettersi nella loro relazione "in un'altra dimensione".

Al contrario di quello che mi sarei aspettata, il marito si dimostra una persona si indiscreta, ma anche saggia e riflessiva, in grado di comprendere la condizione della moglie e agendo quindi di
conseguenza. 
Allo stesso tempo, però, la sua reazione empatica mi ha dato invece parecchio fastidio: il suo non chiarire le cose ma complottare alle spalle della moglie.

L'intervento di una terza parte incrina non poco i rapporti tra i due: per la prima volta sono costretti a considerare il loro rapporto come qualcosa di vero, concreto, qualcosa non più separato dalla loro vita, ma parte di essa.

Leo, spaventato da tutto ciò, al termine del romanzo precedente aveva deciso di troncare temporaneamente il rapporti, di smettere di rispondere alle richieste della penpal e fuggire a Boston prendendosi una pausa di riflessione.

Apparentemente gestisce in modo più distaccato il rapporto con Emma: la sua vita virtuale non condiziona in modo così considerevole la sfera reale.
Riesce addirittura a trovare una compagna
Solo più avanti, capisce che la sua nuova fidanzata, Pamela, altri non è che un modo per riversare su qualcuno ciò che sente per Emmi.

Entrambi sembrano considerare il loro legame come qualcosa di impossibile da concretizzare: un sorta di amore utopico e idealizzato, ostacolato oltretutto dal longevo matrimonio di Emma.

Ma è evidente che, nonostante i numerosi tentativi di negare e di razionalizzare la cosa, i sentimenti che provano sono concreti: esistono in quanto tali.

Il primo incontro è un flop: entrambi sanno cosa si aspetta l'uno dall'altra, ma , essendosi creati entrambi un alter ego della persona alla quale scrivono, sarà molto difficile riconoscersi in quanto tali: il primo incontro sarà quello tra due estranei, due involucri incapaci di comunicare allo stesso modo utilizzato nel "Mondo di Outlook". 

Risolto il mistero dell'aspetto fisico, Emmi e Leo continuano comunque a mantenere la barriera del monitor, continuando quindi a condurre vite separate.

Gli argomenti  affrontati nelle lettere iniziano a spaziare: se prima avevano deciso di escludere discorsi relativi a famiglia e lavoro (per rimanere nella loro dimensione e mantenere l'anonimato), ora si concedono di parlarne in tutta libertà, rimanendo comunque sul vago.

Gli appuntamenti "face to face" organizzati sono brevi e poco frequenti.

La comunicazione scritta si è fatta meno frequente, più breve ma forse più sincera, più "parlata" che scritta, quasi fossero lunghi discorsi diretti.

Non mi ha entusiasmata come il primo.
Mi sarebbe piaciuto che l'incontro tra i due fosse spostato a più avanti nella storia, in modo da mantenere quell'aura di mistero in più: il fascino dell'indagine sull'alias avrebbe reso il tutto più intrigante.

Quando meno te l'aspetti... la storia termina, pur non lasciando punti in sospeso. Mi sarei aspettata qualcosa di più "ad effetto". 
Ma forse, vista la conoscenza avvenuta in modo progressivo, era l'unica possibilità plausibile: sciolti tutti i nodi, rimossi tutti gli ostacoli, non c'era più niente da raccontare: al libro non restava altro che terminare... senza tante cerimonie.

"Non esistono istruzioni per l'uso con annessa planimetria per l'avvistamento e il salvataggio della felicità. Ognuno cerca la propria a modo suo, o ovunque creda di poterla trovare il prima possibile"

COINVOLGIMENTO: (=quanto è riuscito a coinvolgermi): 2/5
STILE DI SCRITTURA: 3/5
ORIGINALITA' TRAMA: 2/5
PERSONAGGI (profilo psicologico): 5/5
SETTING (qualità descrizioni): 2/5

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