31 mar 2014

Recensione "La Cacciatrice di Fate"

Torno per un attimo a dedicarmi di recensioni.
Questa volta, voglio parlarvi di un libro che aspettavo da tempo, ancora da quando era appena uscito in inglese.
Pigra come sono, ho preferito aspettare venisse tradotto in italiano, anche perchè i romanzi fantasy sono più difficili da leggere in lingua originale: troppi termini strani.
Se avessi letto questo libro in inglese, non ci avrei capito una mazza, viste le stranezze che lo costellano.

Trama:
Lady Aileana non ha paura della notte: è nelle pieghe del buio che può compiere la sua missione. Non ha paura degli stretti vicoli di Edimburgo e dei pericoli che vi si annidano: è lì che può trovare le sue prede. Perché Aileana, giovane figlia del marchese di Douglas, nasconde un segreto: se di giorno è una perfetta gentildonna del diciannovesimo secolo, alle prese con gioielli, vestiti e feste scintillanti, di notte è una spietata cacciatrice di fate. Tutto è iniziato un anno prima, la sera del suo debutto in società: la stessa, tragica sera della morte di sua madre, uccisa da un essere soprannaturale. Da allora, Aileana sente dentro di sé una voce selvaggia che la sprona alla vendetta. Da allora, ha intrapreso un duro addestramento per imparare a combattere le fate: creature assetate di sangue che si nutrono dell'energia vitale degli umani. È stato Kiaran, il suo affascinante maestro, a fare di Aileana una guerriera, allenandola alla battaglia. E sarà lui a farle scoprire lo straordinario destino che l'attende. Perché Lady Aileana è l'ultima cacciatrice di un'antica stirpe, l'unica in grado di proteggere l'umanità la notte in cui tutte le fate si risveglieranno. La notte, ormai imminente, del solstizio d'inverno.

Più che concentrarmi sul riassumere la trama, vorrei parlare degli aspetti che più mi hanno colpita e sì, anche di quello che mi ha delusa.

Dove ci troviamo?
In un mondo steampunk creato a regola d'arte: un setting da paura.
E' questo che mi ha affascinata più di tutto: l'ambientazione.
Edinburgo, Scozia. Siamo in un 1800 stranissimo, in cui le gentildonne indossano ancora i corsetti, seguono le buone maniere sin troppo fedelmente e si rassegnano ad un destino già scelto per loro (non tutte, in realtà).

Fisso le composizioni e trattengo a malapena la voglia di gettarle dalla porta.
Fanno parte di un futuro su cui non ho nessun controllo. Esisto solo come moglie che deve preoccuparsi di mettere al mondo un erede e di presentarsi rispettabile al braccio del marito. Un futuro in cui dovrò sostituire le armi con ventagli e parasoli.

Un mondo in cui si viaggia su aeromobili e si dispone di tecnologie altamente avanzate per l'epoca, ma allo stesso tempo con uno stile vintage/retrò che le rendono ben inserite nel contesto.
Ma cosa si nasconde dietro a questo mondo già strano di suo?

Una realtà ben diversa, sconosciuta ai più:
Fate zombie e assassine, che impregnano le vittime del loro odore saporito per poi mangiarsele.
Cacciatrici di fate (Falconiere) sotto copertura: finte damigelle con pistole sotto i vestiti, che stanno combattendo una guerra tutta loro per salvare l'umanità e vendicare la morte della madre.

Borbottando un'altra imprecazione, raccolgo fra le braccia le mie voluminose gonne, mi lascio scivolare la stola sulle spalle - al diavolo il decoro - e sfreccio giù per le scale.
Scosto piano di lato le gonne ed estraggo la pistola dalla fondina che porto attaccata alla coscia. Vicino al letto a baldacchino la sagoma collossale del revenant è china sulla sua vittima. Coi suoi due metri e passa di altezza, la muscolosa fata assomiglia ad un troll in putrefazione. La pelle della creatura ha la tonalità pallida della carne morta con chiazze in decomposizione in alcuni punti, mentre
in altre cade via.

Prendo la balestra e ne controllo il caricatore [...]
-Be- commenta Gavin -Vedo che ti sei tenuta occupata-
-Una signora deve pur far qualcosa tra un acquerello e l'altro-
-Lo sai, non guarderò più una donna nello stesso modo. Mi chiederò se non nasconda delle armi sotto la mia siepe-

Fate "eccezioni che confermano la regola", come Derrick. Il personaggio più riuscito , a mio avviso: la mascotte per eccellenza. Non più grande del palmo di una mano, ma con una profonda voce da baritono. Abita nel guardaroba di Aileana e rammenda abiti in cambio di una ciotola di miele al giorno (mi sa tanto di mascotte dei Cheerios 'sto qui). Hobby: rammendare abiti in maniera compulsiva (per tenere allenata la mano all'uso della spada)

Però in parte mi ha delusa: perchè?
Visti i voti altissimi e le recensioni entusiaste, avevo aspettative altissime.
Nella realtà dei fatti, la vicenda non si smuove poi molto.
Non ci sono grandi enigmi che tengono incollati alle pagine fino alla fine. 
Tranne il mistero non poi tanto mistero che ruota attorno alla figura della falconiera o... l'enigmatico Kiaran, addestratore di Aileana e fata uomo, che nasconde un passato triste ed oscuro:

Che cosa smuove quelle emozioni così sfuggevoli che riesco a cogliere tanto di rado?
Per chiudere in bellezza il circolo e iniziare un accenno di triangolo amoroso (che probabilmente verrà approfondito nei libri successivi).... ci vuole lui: Lord Gavin, fratello della migliore amica di Aileana (incroci incrociosi).
Chi vincerà???? Il bello tenebroso alla Damon o il bravo ragazzo reduce di "studi misteriosi" in Inghilterra?

Tutto è descritto alla perfezione, proprio come piace a me: sapete che sono una patita di mondi fantastici e bizzarri creati dal niente e descritti in ogni loro forma.
L'autrice ha una laurea in antropologia, con specializzazione in folclore e mitologia.
Per costruire l'oscuro mondo fatato della vicenda si è proprio ispirata alle tradizioni folcloristiche scozzesi.

Quanto alla copertina... DECISAMENTE migliore quella originale: meno delicata e con uno stile che più si adatta alla storia.
L'autrice nel tempo libero, oltre a scrivere, ama fotografare. Se leggete questo articolo su Booksblog, ci sono i link del suo instagram (con foto suggestive di paesaggi scozzesi) e di un altro sito in cui sono raccolte quelle più "commerciali".

Vi lascio con una descrizione del mondo fae:
Osservo il dolce bagliore pulsante del lago mentre la superficie si illumina e cambia colore, dal verde acqua al rosso scuro all'oro scintillante. Tra le nuvole scorgo le stelle: Dio, non ne ho mai viste di così luminose. [...] L'aria è fragrante, floreale, aspra e dolce al tempo stesso. 

16 mar 2014

Nebbia di Ivano Mingotti e Le Porte di Arcadia di Andrea Giusto

Due nuove new entry nella mia libreria.
Un fantasy storico che ribalta tutti gli stereotipi e un horror-thriller metafisico.
Ancora una volta si tratta di due romanzi italianissimi.
Ricordate sempre che il marchio di una casa editrice famosa non rende il libro più coinvolgente.... quindi date anche voi una possibilità ad autori meno conosciuti.
Spesso sono proprio i libri sconosciuti a riservare sorprese...

Ringrazio tantissimo i due autori per avermi inviato gratis gli ebook :-)

Nebbia di Ivano Mingotti
Un bambino, la sua nonna, una passeggiata: inizia così Nebbia, horror metafisico che inscena la sua storia all'interno del piccolo paese di Beaumont, sperduto tra alte montagne, aguzze vallate e nebbia spessa. 

In questo paesino molteplici protagonisti assistono impotenti alla scena che si propone agli occhi del lettore e che si è innumerevoli volte già proposta ai loro stessi occhi, durante le loro piccole vite di provincia: una anziana donna è stata ingoiata dalla nebbia, che non l'ha più restituita, smarrendola. 

La nebbia è in questo romanzo insieme presente e mostruosa, ed accondiscesa, accettata, è il dio a cui il paese dona il suo tributo di silenzio, di rassegnazione, di depresso avvenire. 
Non è quindi la nebbia l'elemento principale e traumatico, di scossa del romanzo, ma l'uccisione della figlia dell'anziana donna e la sparizione di suo figlio, ed il seguente concatenarsi di sparizioni ed omicidi, che focalizzerà l'attenzione dei vari protagonisti in un susseguirsi di salti d'indagine e di dubbio, svelando via via elementi preziosi al lettore per una in teoria piena comprensione di ciò che si cela dietro il paese di Beaumont. 
La protagonista assoluta sarà Clythia, antipatica, mascolina, arrogante redattrice del giornale di Beaumont, seguita dall'occhio vigile del lettore nella sua vita sentimentale e nei misfatti criminali su cui ritroverà i suoi passi. 
Nebbia è quello che sembra, e non lo è interamente, come la stessa nebbia che ne segue le pagine. 
Un libro labirintico e sfumato, soffiato come il vento dallo stile ritmico e teatrale di Ivano Mingotti.

  • Brossura 304 pagine
  • ISBN-10: 8896121914
  • ISBN-13: 9788896121917
  • Editore: Ded'a
  • Data di pubblicazione: Dicembre 2013

Le Porte di Arcadia di Andrea Giusto
Don Julian de Silva è un Hidalgo nella Spagna del XVII secolo. Conduce una vita modesta nella casa in rovina dei suoi antenati guadagnandosi da vivere con “lavori” che in pochi oserebbero accettare. 
L’Ordine di cui un tempo faceva parte lo ha disconosciuto, l’Inquisizione non attende che un suo passo falso. E’ un individuo che ha visto e sentito troppo, in molti lo vorrebbero morto. Ed è un Mago .
Miriel è la fedele compagna di Don Julian, la sua assistente, la cosa più vicina ad una famiglia che abbia mai avuto. Lo accompagna nel suo lavoro, difendendolo dai pericoli. Ed è alla ricerca di risposte su sé stessa. 
Perché Miriel è una Ferale . Un mostro odiato da tutti per il semplice fatto di esistere.

Il ritrovamento di un misterioso reperto nel Nuovo Mondo rischia di portare alla luce un segreto dimenticato, qualcosa che in troppi vogliono tenere nascosto. E per il quale altri sono disposti a uccidere. Travolti dagli eventi e bollati come eretici e traditori, la scelta per i due è una sola. Arrivare alla verità, o morire nel tentativo.

Pagine: 200
  • ISBN-10: 8890871105
  • ISBN-13: 9788890871108
  • Editore: Eterea Comics&Books
  • Data di pubblicazione: 2013

13 mar 2014

Breve dizionario Orwelliano

Ho pensato di scrivere questo post per facilitare la vita a tutti coloro che vogliono apprestarsi ad iniziare 1984. 

Come sapete (ma và?) adoro i libri, ma odio quando a scuola gli insegnanti impongono di leggere determinati testi barbosi..... Facendo ciò, invece che invogliare alla lettura, fanno scappare a gambe levate i ragazzi dai libri. 

Per questo motivo dedico questo post a  tutti gli studenti a cui è stato imposto di leggerlo e recensirlo, ma hanno zero tempo per farlo perchè... i compiti si sovrappongono a montagne e i libri da studiare sono infiniti.

Potrebbe rivelarsi utile per venire a capo di certi termini "arcaici" (a dir poco) che vengono più volte citati nel libro e che verranno svelati come si deve solo a fine.

BIPENSIERO:
E' l'anima del socing.
Implica la capacità di accogliere simultaneamente nella propria mente due opinioni tra loro contrastanti, accettandole entrambe.
Ciò è reso possibile dalla coesistenza tra consapevolezza e inconsapevolezza, conscio ed inconscio.
Il membro del Partito sa di controllare la realtà, ma non che la realtà manipola lui stesso (è il Grande Fratello a far quello).
"È solo conciliando gli opposti che è possibile conservare il potere all'infinito"

MINISTERI: Nella realtà parallela creata da Orwell, ce ne sono quattro: ognuno si occupa di un determinato settore.
Notare i nomi contraddittori (da presa per il c**o) che gli sono stati assegnati: 
Ministero della verità: si occupa della manipolazione dell'informazione.
Ministero della pace: si occupa della guerra.
Ministero dell'amore: si occupa della legge e dell'ordine pubblico.
Ministero dell'abbondanza si occupa degli affari economici.
Il suo motto è "la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza"(non ho potuto fare a meno di barrarlo). 
I nomi contraddittori non sono casuali: sono meditati esercizi di bipensiero.

CONFRATERNITA: Organizzazione segreta capitanata da Goldstein che trama contro il partito.

ARCHEOLINGUA: Lingua ancora in uso, ma che sta lentamente scomparendo, schiacciata dall'avvento della neolingua

NEOLINGUA
Qui lascio la parola a Syme, uno specialista di neolingua nel romanzo:
"Tu credi che il nostro compito principale consista nell'inventare nuove parole. Neanche per idea! Noi le parole le distruggiamo a dozzine, a centinaia.
Giorno per giorno, stiamo riducendo il linguaggio all'osso.
Non capisci che lo scopo principale a cui tende la neolingua è la distruzione del pensiero? Alla fine renderemo lo psicoreato letteralmente impossibile, perchè non ci saranno più parole per poterlo esprimere.
Si potrà mai avere uno slogan come "libertà e schiavitu", quando il concetto stesso di libertà sarà abolito?
Sarà diverso anche tutto ciò che accompagna l'attività del pensiero. "
In effetti il pensiero non esisterà più.

STROPOREATO
Una forma di stupidità protettiva.
Implica la capacità di arrestarsi, per istinto, sulla soglia di qualsiasi pensiero pericoloso, di non cogliere le analogie, di fraintendere le argomentazioni più elementari quando sono contrarie al socing (=ideali del Partito), di provare una noia ripulsa di fronte a qualsiasi pensiero articolato che potrebbe portare a posizioni eretiche.

NEROBIANCO:
Abilità richiesta ai membri del Partito.
"Flessibilità" mentale: la capacità di affermare, credere, sapere anche se non è vero che il nero è bianco. Negare l'evidenza quando a richiederlo è la disciplina del partito.

ALTERAZIONE DEL PASSATO: 
Il cardine del Partito.
Il passato (l'informazione) viene completamente cambiato in ogni minimo dettaglio, per dimostrare che le previsioni del Partito sono sempre giuste, perchè non è possibile ammettere cambiamenti di dottrina: cambiare opinione è segno di debolezza.
Il Partito detiene un controllo integrale di tutti i documenti e sulle menti dei suoi affiliati. Ne consegue che il passato è solo ed esclusivamente ciò che il partito ritiene essere tale.

STANZA 101
Misteriosa stanza in cui i prigionieri del Partito vengono sottoposti a ignote ed atroci torture.

PSICOPOLIZIA
Polizia che, su incarico del GF, spia la gente ovunque attraverso un teleschermo.

Allora: vi ho inquietato ancora di più????

11 mar 2014

"La mia amica ebrea" e "Quando dal cielo cadevano le stelle"

Dopo i temi DECISAMENTE disincantati degli ultimi giorni, torniamo a cose serie.

Voglio segnalarvi due libri storico/narrativi, che si incentrano su un periodo fondamentale della storia del XX secolo, in particolare per l'Europa.
L'aspetto particolare che mi ha incuriosita subito, è che sono stati scritti da due sorelle: Rebecca e Sofia Domino. 
Entrambi hanno come protagoniste due ragazze che vivono la loro adolescenza durante un periodo durissimo: la Seconda Guerra Mondiale.

Nonostante la Giornata della Memoria sia passata da un po', penso che non ci siano mai scadenze per ricordare le atrocità compiute in passato; per non dimenticare le gesta inumane che hanno portato solo sofferenza e morte di persone fragili ed innocenti.


Avete letto "Se questo è un Uomo di Primo Levi"?
Gli argomenti e le descrizioni sono crudi e senza censure, per questo è poco adatto ad un pubblico giovane. Un libro così non lo dimentichi più....

Questi due libri, invece, mi sembrano più sullo stile de "Il Diario di Anna Frank" (che tutti conoscono) , "Una Bambina e Basta" e "Il Bambino di Noè" (meno conosciuto ma notevole), indirizzati ad un pubblico più vasto, comprendendo fasce d'età  che partono dai 13/14 anni (all'incirca) ai......... 100 anni e oltre ;).

Vi lascio la trama di entrambi per chi fosse interessato.

LA MIA AMICA EBREA, di Rebecca Domino

Trama:
Amburgo, 1943. La vita di Josepha, quindici anni, trascorre fra le uscite con le amiche, le lezioni e i sogni, nonostante la Seconda Guerra Mondiale. Le cose cambiano quando suo padre decide di nascondere in soffitta una famiglia di ebrei. Fra loro c'è Rina, quindici anni, grandi e profondi occhi scuri.
Nella Germania nazista, giorno dopo giorno sboccia una delicata amicizia fra una ragazzina ariana, che è cresciuta con la propaganda di Hitler, e una ragazzina ebrea, che si sta nascondendo a quello che sembra essere il destino di tutta la sua gente.
Ma quando Josepha dovrà rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà lottare per continuare a sperare e per cercare di proteggere Rina, l'unione fra le due ragazzine, in un Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura, continuerà a riempire i loro cuori di speranza.
Un romanzo che accende i riflettori su uno dei lati meno conosciuti dell'Olocausto, la voce degli "eroi silenziosi", uomini, donne e giovani che hanno aiutato gli ebrei in uno dei periodi più bui della Storia.

pagine: 300
prezzo: 1.99 (ebook)
data di pubblicazione: 27 gennaio 2014 (Giornata della Memoria).
canale di distribuzione: Lulu

Breve biografia dell'autrice: nata nel 1984, è da sempre appassionata di scrittura. Dopo aver messo da parte questa sua grande passione per molti anni, è tornata a scrivere e adesso è ciò che le piace di più fare. È anche un'appassionata viaggiatrice e lettrice. "La mia amica ebrea" è il suo primo romanzo.
QUANDO DAL CIELO CADEVANO LE STELLE, di Sofia Domino
Trama:
Lia ha tredici anni. È una ragazzina italiana piena di sogni e di allegria, con l’unica colpa di essere ebrea durante la Seconda Guerra Mondiale. Dallo scoppio delle leggi razziali la sua vita cambia, e con la sua famiglia è costretta a rifugiarsi in numerosi nascondigli, a sparire dal mondo. Da quel mondo di cui vuole fare disperatamente parte. Passano gli anni, conditi da giornate piene di vicende, di primi amori, di paure e di speranze, come quella più grande, la speranza che presto la guerra finirà. Ma nessuno ha preparato Lia alla rabbia dei nazisti. Il 16 ottobre 1943, la comunità ebraica del ghetto di Roma viene rastrellata dalla Gestapo e i nazisti le ricorderanno che una ragazzina ebrea non ha il diritto di sognare, di sperare, di amare. Di vivere. Lia sarà deportata ad Auschwitz con la sua famiglia, e da quel giorno avrà inizio il suo incubo. Terrore, lavoro, malattie, camere a gas, morti. E determinazione. Quella che Lia non vuole abbandonare. Quella determinazione che vorrà usare per gridare al mondo di non dimenticare. Quella determinazione che brillerà nei suoi occhi quando il freddo sarà troppo pungente, quando la fame sarà lancinante, quando la morte sarà troppo vicina e quando sarà deportata in altri campi di concentramento.
Quella determinazione che le farà amare la vita, e che le ricorderà che anche le ragazzine ebree hanno il diritto di sognare. Perché non esistano mai più le casacche a righe, perché nessuno sia più costretto a vivere in base a un numero tatuato su un braccio o in base a una stella cucita sulla veste.
Perché dal cielo non cadano più le stelle.

pagine: 496
prezzo: 1.99 (ebook)
data di pubblicazione: 27 gennaio 2014 (Giornata della Memoria).
canale di distribuzione: Lulu

Breve biografia dell'autrice: è nata nel 1987 e sin da quando era piccola le piaceva scrivere temi e racconti. Adesso la scrittura è la sua passione principale. Oltre a scrivere adora leggere e sognare. Inoltre, viaggia non appena può. "Quando dal cielo cadevano le stelle" è il suo primo romanzo.

8 mar 2014

Recensione 1984 di George Orwell


Il GF è iniziato proprio in questi giorni: c'è chi lo critica, chi lo guarda senza sosta, chi lo ignora palesemente.
Io mi limito a guardarne qualche sprazzo quà e là, quando mi volto verso la tv-accesa-che-altri-stanno-guardando. 
E, per non smentirmi, mi metto a leggere Lui: IL DISTOPICO.

Premetto che: la lettura di questo libro può provocare effetti collaterali indesiderati irrilevanti. Leggere attentamente il foglio illustrativo prima di iniziarlo.

Per la cronaca: uomo avvisato mezzo salvato.

Tornando al libro: mai letta una storia più angosciante e claustrofobica di questa. (ok, forse è un film a batterlo: avete mai visto "Sepolto vivo?" beh non fatelo, no no: la notte in cui l'ho guardato avrei dormito sul tetto pur di non stare al chiuso).

A qualcuno potrebbe rivelarsi utile, però: credete che la condizione politica attuale sia al limite dell'indecenza e della disperazione? Allora leggete 1984 e non lo penserete più, mai più. I nostri politici più corrotti sono acqua santa, a confronto.

Ma di cosa parla il libro?
Le vicende, in realtà, sono poche ma intense.
L'autore preferisce incentrarsi sui pensieri del personaggio principale che descriverci infinite scene d'azione (cosa che accade con frequenza nei distopici attuali).

"Nella veglia o nel sonno, al lavoro o a tavola, in casa o fuori, a letto o in bagno, non c'era scampo. Nulla vi apparteneva, se non quei pochi centimetri cubi che avevate dentro il cranio"

Se questo è considerato il re dei distopici, un motivo c'è, eccome.
Qualsiasi scrittore che abbia intenzione di scrivere un libro sul genere DEVE averlo letto (i politici, invece, meglio che lo lascino perdere). 

Siete avvertiti: questo non è un romanzo come tutti gli altri, di quelli che si prendono alla leggera.

"Ti rendi conto che il passato, compreso quello recente, è stato abolito. Se mai sopravvive da qualche parte, è in oggetti concreti e privi di un nome che li definisca, come quel pezzo di vetro.
Tutti i documenti sono stati distrutti e falsificati, tutti i libri riscritti, tutti i quadri dipinti da capo [...] e questo processo è ancora in corso, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto.
La storia si è fermata. Non esiste altro che un eterno presente nel quale il Partito ha sempre ragione.
La sola prova è nella mia mente, ma io non ho alcuna certezza che esistano altri esseri umani che abbiano i miei stessi ricordi".

In un certo senso, è un libro teorico mascherato da romanzo e zeppo di allusioni e riferimenti alla realtà.
Pochi fatti e tante descrizioni.
Pochi discorsi diretti ma tanta teoria: ad un certo punto la storia del partito, con le sue leggi e i suoi ideali malefici, ci verranno presentati per quello sono. 
Dopo tanti segreti (non a caso) nascosti dal Partito, la realtà nuda e cruda verrà finalmente a galla, e voi lettori divorerete ogni passaggio, stregati e sconvolti dalle idee che vi vengono esposte.

E' il primo libro che mi prende non tanto per la trama in sè, quanto per le frasi rivelatrici che lo costellano.

Ad un certo punto mi sono chiesta: 

"Ma chi cavolo era 'sto Orwell? Da dove è spuntato fuori?!?"


In un certo qual modo era un uomo pericoloso, che fortunatamente non aveva ambizioni politiche ma letterarie, altrimenti non avrebbe concretizzato le sue idee in un libro ma.... meglio non pensarci neanche lontanamente cosa sarebbe successo se.... 

Scherzi a parte, mi spingo a paragonarlo a Manzoni. 
Un Manzoni al contrario e completamente stravolto, però:
Se il primo si lamenta della realtà storica che non lo soddisfa ambientando il suo romanzo nel passato, Orwell ci porta in una realtà alternativa, un futuro terribile, che ha dello sconcertante, e con uno stile DECISAMENTE più asciutto de "I Promessi Sposi".

Ora ho capito perchè i distopici vanno tanto di moda in questi ultimi anni:
tra insoddisfazioni, frustrazioni lavorative ed incertezze, la gente di oggi vede tutto nero, e ha paura, paura che questo brutto periodo porti ad effetti catastrofici.
Io ho fiducia, nonostante tutto.

"Un bel giorno il Partito avrebbe proclamato che 2+2 fa 5, e voi avreste dovuto crederci.
Era inevitabile che prima o poi succedesse, era nella logica stessa delle premesse su cui si basava il Partito"

Il libro è suddiviso in 3 parti:
1- Descrittiva, introduttiva.
2-"Teorica": ci prepara al peggio che verrà.
3-"Azione introspettiva" inizia con il colpo di scena alla fine della seconda parte, il sentimento dell'angoscia assale completamente.

Cosa ho imparato da questa lettura?
Che ora so troppo ;)
Che non bisogna mai sottovalutare il potere delle parole: sono il mezzo più potente che abbiamo tra le
mani: sfruttiamolo a nostro vantaggio, prima che qualcuno trovi il modo per rivoltarcerle contro.

"Non capisci che lo scopo principale a cui tende la neolingua* è la distruzione del pensiero? Alla fine renderemo lo psicoreato letteralmente impossibile, perchè non ci saranno più parole con cui poterlo esprimere. Si potrà mai avere uno slogan come 'libertà e schiavitù' quando il concetto stesso di libertà sarà abolito? Sarà diverso anche tutto ciò che si accompagna all'attività del pensiero. In effetti il pensiero non esisterà"
*[una sorta di slang portato all'estremo]

Mi è piaciuto, ma preferisco ancora i libri che ci danno speranza, che ci raccontano storie da sogno, puramente narrativi.
Nonostante ciò, penso di essere riuscita ad apprezzarlo a pieno.
Mi ha aperto gli occhi.
E' talmente denso di rivelazioni, che io non lo ho ancora digerito, però.

"Chi controlla il passato controlla il futuro.
Chi controlla il presente controlla il passato"



2 mar 2014

Doctor Who 5-6-7th seasons

Si, ancora il Doctor Who :-P


Quinta serie, un cambio drastico di stile, un dottore tutto nuovo.

Le responsabilità sono tante: come riuscire a far amare al pubblico il nuovo Dottore (Matt Smith)
quando la presenza del 10° (David Tennant) è ancora nell'aria?


Beh... Steven Moffat, nuovo produttore della serie, ci è riuscito alla grande!!!
In passato (quando c'era ancora Russel T. Davies ad occuparsi dello show) aveva già firmato degli episodi (3x08; 3x09; 3x10), e già lì si era fatto notare ala grande!!! Mi ero subito accorta che le puntate erano strutturate in maniera diversa... ma non avevo ancora realizzato che c'era dietro lo zampino di Moffat.
Mi piace molto il suo stile: se prima le puntate erano autoconclusive e un po' tutte impostate alla stessa maniera, con una scenografia curata in ogni minimo dettaglio ma valorizzando poco la trama, dalla 5a serie in poi ci si focalizza di più sulla storia, che si fa più incatenata, misteriosa, ricca di colpi di scena ed avvincente, e tutto acquista un senso solo una volta arrivati alla fine: anche i dettagli più inutili si rivelano spesso essere fondamentali!
E naturalmente non manca il solito umorismo British, che si fa ancora più marcato, aye!
E i fan di Neil Gaiman sappiano che ci sono persino due episodi di sua mano (per la precisione la 6x06 "The Doctor's Wife" e la 7x13 "Nightmare in Silver").

Repentino cambio di posizione:
Avevo giurato e spergiurato che il MIO Doctor sarebbe restato per sempre Tennant (my Casanova XD) ma..... Smith è eccezionale: troppo strano, troppo pazzo e ridicolo per farsi dimenticare facilmente. 
Pieno di fissazioni a dir poco inusuali: gli immancabili bow ties multicromatici, il fez rosso, lo screwdriver che viene provvisoriamente sostituito da uno spazzolino (puntata 5x11), la sua conoscenza delle lingue che non ha limiti....
Ma.. c'è un piccolo ma.
Ci sono alcuni dettagli che non mi sono piaciuti: speravo che questa volta le scene d'amore fossero più esplicite (nei limiti del possibile, ovviamente, senza mai essere volgari, ma almeno un "I love you"): a quanto pare Moffat vuole farci soffrire. Non mancano di certo i momenti romantici, per carità, però lo strano rapporto al confine tra amicizia e amore tra Amy e il Dottore è sin troppo ambiguo.

Per non parlare di Clara: mai una volta che si arrivi al momento giusto, anche quando "i pianeti sembrano essere allineati alla perfezione".
Ma non si può avere tutto. E io so accontentarmi: come no :-P


La mia coppia preferita resta e resterà per sempre (provvisoriamente????) quella formata da Rose + the 10th: Davies è riuscito a rendere la loro storia immortale in un modo del tutto unico, che non ha soddisfatto tutti, ma io approvo. <3


Le puntate di queste 3 serie che ho preferito, invece, sono la 5x01 (The Eleventh Hour), la 5x07 (Amy's Choice), la 6x09 (Let's Kill Hitler: con un colpo di scena unico ed architettato da tempo!!!) e l'epocale episodio speciale "The Day of the Doctor", in cui ritorna Tennant a fianco di Matt Smith, nel quale entrambi impersonano il Dottore.

Il personaggio più riuscito è senza alcun dubbio quello di River Song ;) la donna degli SPOILER, perennemente circondata da un'aura di mistero che me l'ha fatta amare ed odiare allo stesso tempo.

Che dire... Dopo la memorabile uscita di scena di raggedy man Matt Smith (mi è scappata più di qualche lacrima, lo ammetto XD) non vedo l'ora (in realtà la guardo sin troppo l'ora xd: appena saprò la data di trasmissione del primo episodio preparerò un countdown coi fiocchi) che inizi l'ottava serie: staremo a vedere se il nuovo Doctor sarà all'altezza dei precedenti.

Nell'attesa... continuo ad ascoltare e riascoltare la theme's song dell'11 (povera me hehe).

"We all change. When you think about it, we’re all different people all through our lives. And that’s okay. That’s good. You gotta keep moving, so long as you remember all the people that you used to be".

E voi che ne pensate? Tocca a voi:
-Preferite le puntate firmate da R. T Davies o da Moffat?
-Chi è il vostro dottore?
-Chi è il compagno migliore? 
-Quali sono i vostri episodi preferiti?
-Se non avete ancora iniziato a vederlo, avete intenzione di farlo?
-Secondo voi vale la pena vedere le serie più datate (per capirci dal primo all'ottavo dottore???)

PS: Fish fingers and custard 4ever (anche se non avrò mai il coraggio di provare questa combinazione XD)