31 mar 2014

Recensione "La Cacciatrice di Fate"

Torno per un attimo a dedicarmi di recensioni.
Questa volta, voglio parlarvi di un libro che aspettavo da tempo, ancora da quando era appena uscito in inglese.
Pigra come sono, ho preferito aspettare venisse tradotto in italiano, anche perchè i romanzi fantasy sono più difficili da leggere in lingua originale: troppi termini strani.
Se avessi letto questo libro in inglese, non ci avrei capito una mazza, viste le stranezze che lo costellano.

Trama:
Lady Aileana non ha paura della notte: è nelle pieghe del buio che può compiere la sua missione. Non ha paura degli stretti vicoli di Edimburgo e dei pericoli che vi si annidano: è lì che può trovare le sue prede. Perché Aileana, giovane figlia del marchese di Douglas, nasconde un segreto: se di giorno è una perfetta gentildonna del diciannovesimo secolo, alle prese con gioielli, vestiti e feste scintillanti, di notte è una spietata cacciatrice di fate. Tutto è iniziato un anno prima, la sera del suo debutto in società: la stessa, tragica sera della morte di sua madre, uccisa da un essere soprannaturale. Da allora, Aileana sente dentro di sé una voce selvaggia che la sprona alla vendetta. Da allora, ha intrapreso un duro addestramento per imparare a combattere le fate: creature assetate di sangue che si nutrono dell'energia vitale degli umani. È stato Kiaran, il suo affascinante maestro, a fare di Aileana una guerriera, allenandola alla battaglia. E sarà lui a farle scoprire lo straordinario destino che l'attende. Perché Lady Aileana è l'ultima cacciatrice di un'antica stirpe, l'unica in grado di proteggere l'umanità la notte in cui tutte le fate si risveglieranno. La notte, ormai imminente, del solstizio d'inverno.

Più che concentrarmi sul riassumere la trama, vorrei parlare degli aspetti che più mi hanno colpita e sì, anche di quello che mi ha delusa.

Dove ci troviamo?
In un mondo steampunk creato a regola d'arte: un setting da paura.
E' questo che mi ha affascinata più di tutto: l'ambientazione.
Edinburgo, Scozia. Siamo in un 1800 stranissimo, in cui le gentildonne indossano ancora i corsetti, seguono le buone maniere sin troppo fedelmente e si rassegnano ad un destino già scelto per loro (non tutte, in realtà).

Fisso le composizioni e trattengo a malapena la voglia di gettarle dalla porta.
Fanno parte di un futuro su cui non ho nessun controllo. Esisto solo come moglie che deve preoccuparsi di mettere al mondo un erede e di presentarsi rispettabile al braccio del marito. Un futuro in cui dovrò sostituire le armi con ventagli e parasoli.

Un mondo in cui si viaggia su aeromobili e si dispone di tecnologie altamente avanzate per l'epoca, ma allo stesso tempo con uno stile vintage/retrò che le rendono ben inserite nel contesto.
Ma cosa si nasconde dietro a questo mondo già strano di suo?

Una realtà ben diversa, sconosciuta ai più:
Fate zombie e assassine, che impregnano le vittime del loro odore saporito per poi mangiarsele.
Cacciatrici di fate (Falconiere) sotto copertura: finte damigelle con pistole sotto i vestiti, che stanno combattendo una guerra tutta loro per salvare l'umanità e vendicare la morte della madre.

Borbottando un'altra imprecazione, raccolgo fra le braccia le mie voluminose gonne, mi lascio scivolare la stola sulle spalle - al diavolo il decoro - e sfreccio giù per le scale.
Scosto piano di lato le gonne ed estraggo la pistola dalla fondina che porto attaccata alla coscia. Vicino al letto a baldacchino la sagoma collossale del revenant è china sulla sua vittima. Coi suoi due metri e passa di altezza, la muscolosa fata assomiglia ad un troll in putrefazione. La pelle della creatura ha la tonalità pallida della carne morta con chiazze in decomposizione in alcuni punti, mentre
in altre cade via.

Prendo la balestra e ne controllo il caricatore [...]
-Be- commenta Gavin -Vedo che ti sei tenuta occupata-
-Una signora deve pur far qualcosa tra un acquerello e l'altro-
-Lo sai, non guarderò più una donna nello stesso modo. Mi chiederò se non nasconda delle armi sotto la mia siepe-

Fate "eccezioni che confermano la regola", come Derrick. Il personaggio più riuscito , a mio avviso: la mascotte per eccellenza. Non più grande del palmo di una mano, ma con una profonda voce da baritono. Abita nel guardaroba di Aileana e rammenda abiti in cambio di una ciotola di miele al giorno (mi sa tanto di mascotte dei Cheerios 'sto qui). Hobby: rammendare abiti in maniera compulsiva (per tenere allenata la mano all'uso della spada)

Però in parte mi ha delusa: perchè?
Visti i voti altissimi e le recensioni entusiaste, avevo aspettative altissime.
Nella realtà dei fatti, la vicenda non si smuove poi molto.
Non ci sono grandi enigmi che tengono incollati alle pagine fino alla fine. 
Tranne il mistero non poi tanto mistero che ruota attorno alla figura della falconiera o... l'enigmatico Kiaran, addestratore di Aileana e fata uomo, che nasconde un passato triste ed oscuro:

Che cosa smuove quelle emozioni così sfuggevoli che riesco a cogliere tanto di rado?
Per chiudere in bellezza il circolo e iniziare un accenno di triangolo amoroso (che probabilmente verrà approfondito nei libri successivi).... ci vuole lui: Lord Gavin, fratello della migliore amica di Aileana (incroci incrociosi).
Chi vincerà???? Il bello tenebroso alla Damon o il bravo ragazzo reduce di "studi misteriosi" in Inghilterra?

Tutto è descritto alla perfezione, proprio come piace a me: sapete che sono una patita di mondi fantastici e bizzarri creati dal niente e descritti in ogni loro forma.
L'autrice ha una laurea in antropologia, con specializzazione in folclore e mitologia.
Per costruire l'oscuro mondo fatato della vicenda si è proprio ispirata alle tradizioni folcloristiche scozzesi.

Quanto alla copertina... DECISAMENTE migliore quella originale: meno delicata e con uno stile che più si adatta alla storia.
L'autrice nel tempo libero, oltre a scrivere, ama fotografare. Se leggete questo articolo su Booksblog, ci sono i link del suo instagram (con foto suggestive di paesaggi scozzesi) e di un altro sito in cui sono raccolte quelle più "commerciali".

Vi lascio con una descrizione del mondo fae:
Osservo il dolce bagliore pulsante del lago mentre la superficie si illumina e cambia colore, dal verde acqua al rosso scuro all'oro scintillante. Tra le nuvole scorgo le stelle: Dio, non ne ho mai viste di così luminose. [...] L'aria è fragrante, floreale, aspra e dolce al tempo stesso. 

4 commenti:

  1. Concordo tantissimo con la tua recensione: l'ambientazione mi era piaciuta tantissimo, è proprio fatta bene, e ho anche apprezzato il personaggio di Derrick, mentre il personaggio di Gavin mi ha fatto storcere il naso (più che altro perché si capisce che è un personaggio importante, o che diverrà tale, ma lo tratta come se fosse carta da parati!) e il finale non mi è piaciuto per niente (ha lasciato le cose troppo in sospeso!).

    Ah, com'è andato il primo giorno di lavoro? :)

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  2. Yess: da urlo l'ambientazione.
    Io invece ho preferito gavin ;) sarò di parte ma ank in hunger games ero una delle poche che tifava x peeta.
    si più che altro finisce così a caso.... neanche il tempo di ambientarti e la storia è finita.

    Bene dai. oggi più che altro preparativi per venerdì che c'è il pienone

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  3. Non l'ho letto ma mi ispira ^^ capisco la tua delusione, capita! Quando hai aspettative alte e poi...cadi dal pero XD

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  4. infatti :) invece i libri più belli si rivelano essere sempre quelli a cui non avremmo dato nemmeno una chance. Esempio: l'ultimo elfo di silvana de mari: detestavo la copertina, poi l'ho iniziato e mi sono innamorata della storia :-) uno stile dolce e delicato, fiabesco. finita la storia.... adoravo anche la copertina :)

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