3 feb 2019

Recensione de "I Fidanzati dell'Inverno di Christelle Dabos

Consigliatomi caldamente dalla libraia, anche se ero un po' scettica. Non mi ispirava molto.
Beh mi sono dovuta ricredere.

La trama In un universo composto da ventuno arche, tante quanti sono i pianeti che orbitano intorno a quella che fu la Terra, vive Ofelia. Originaria dell'arca "Anima", è una ragazza timida, goffa e un po' miope ma con due doni particolari: può attraversare gli specchi e leggere il passato degli oggetti. Lavora come curatrice di un museo finché le Decane della città decidono di darla in sposa al nobile Thorn, della potente famiglia dei Draghi. Questo significa trasferirsi su un'altra arca, "Polo", molto più fredda e inospitale di Anima, abitata da bestie giganti e famiglie sempre in lotta tra loro. Ma per quale scopo è stata scelta proprio lei? Tra oggetti capricciosi, illusioni ottiche, mondi galleggianti e lotte di potere, Ofelia scoprirà di essere la chiave fondamentale di un enigma da cui potrebbe dipendere il destino del suo mondo. Fidanzati dell'inverno è il primo capitolo di una saga ricca e appassionante che sta conquistando migliaia di lettori giovani e adulti.

Il mio parere:
Aggiornamenti in fase di lettura: sono arrivata oltre metà libro e mi sta piacendo molto, anche se mi aspettavo qualcosa di più... come dire... movimentato, nel senso di un fantasy con spade, guerre, ambientato all'esterno eccetera, invece è tutto il contrario: ci sono intrighi e misteri, e molte descrizioni veramente fatte bene, in grado di imprimere nella mente la bellezza di questo mondo fantastico. È un libro dai ritmi piuttosto lenti, ma non per questo noioso.
Adoro la protagonista, Ofelia, imperfetta, molto umana e per niente idealizzata.
Thorn, il promesso sposo, è invece il personaggio più complesso e interessante.
La storia è arricchita da un worldbuilding fantasy e da sogno perfettamente strutturato, che incanta il lettore.

La storia parla appunto di Ofelia, abile lettrice di oggetti e con l'abilità di attraversare gli specchi. Quest'ultima viene promessa sposa a un ragazzo di una prestigiosa famiglia proveniente da un'altra arca, il Polo.
La ragazza, dopo aver rifiutato parecchi matrimoni di convenienza, è costretta ad accettare il matrimonio, pena l'esilio.
Inizialmente il rapporto tra i due fidanzati non è per niente facile:
Thorn è un ragazzo scontroso e dai modi rozzi e bruschi, per niente disposto al dialogo, mentre Ofelia è di poche parole, gracile e timida.
Col tempo, la corazza di ghiaccio del ragazzo si scioglierà lievemente, ma il ragazzo non perderà mai il suo
atteggiamento distaccato.
La parte più interessante del racconto è costituita dagli intrighi di corte: non ci si può fidare di nessuno, e anche l'amico più fidato potrebbe in realtà stare tramando contro i protagonisti.

Commento post lettura: Una storia non priva di difetti e di cadute di stile ma comunque molto molto piacevole.
Per fortuna ho già tra le mani il secondo della serie (che mi hanno detto sia ancora migliore del primo).
⭐⭐⭐⭐

25 ago 2015

Recensione Come un Fiore Ribelle di Jamie Ford

Editore: Garzanti
Pagine: 352
Data di pubblicazione: 10 Ottobre 2013
Ambientato a Seattle nel periodo della grande depressione economica e finanziaria che investì prima gli Stati Uniti e poi il mondo intero, Come un fiore ribelle, Di Jamie Ford, è un romanzo che racconta la struggente storia di due anime, quella di un ragazzo che sogna di vivere un grandioso futuro e quella di una donna, che cerca di fuggire dal suo tremendo passato, entrambi alla ricerca di amore, speranza e perdono. Il ragazzino ha dodici anni, si chiama William ed è per metà cinese e per metà americano. Da cinque anni vive in un orfanotrofio di Seattle, vi è entrato quando il corpo senza vita di sua madre è stato trasportato fuori dal piccolo appartamento in cui vivevano. Da quando è nell’orfanotrofio l’amore è stato sostituito con la disciplina. Ma per William oggi è un giorno speciale, le suore hanno arbitrariamente stabilito che quello è il giorno del suo compleanno, è, in realtà, il compleanno di tutti i bambini dell’istituto, che per l’occasione vengono portati a teatro. Tra gli attori che compaiono, a William sembra di scorgere una donna che assomiglia incredibilmente a sua madre. A lui però avevano detto che sua madre era morta. Deciso a scoprire la verità, William fugge con Charlotte dall’orfanotrofio e insieme cercano di cercare la donna. Ma Seattle in quegli anni è un luogo oscuro e violento. Le strade nascondono mille insidie e pericoli, eppure qui, tra il contrasto delle strade buie e le luminose insegne dei teatri e dei club, William incontra uno sguardo che non ha mai dimenticato. Come un fiore ribelle, di Jamie Ford, è lo struggente racconto di un ragazzino che cerca l’affetto di una famiglia e un luogo chiamato casa.

- Una storia di sacrifici, sentimenti forti e coraggio -

Mi aspettavo tutt'altra lettura.
La copertina è un po' fuorviante: mi aveva fatto credere che il libro avesse uno stile più orientaleggiante.
Come già specificato nella trama di copertina, la storia si svolge a Seattle.

Sono i protagonisti a fare la differenza: sono persone di origine orientale stabilitisi in America.
Immigrati o figli di immigrati nati in Occidente, con qualche eco Orientale a condizionare ancora il loro stile di vita (antenati, tradizioni, tratti somatici).

La vicenda ha inizio nel 1934, in un orfanotrofio/collegio gestito da suore e nel quale sono ospitati sia orfani che ragazzini mandati a studiare dai genitori.
Il ritmo è scandito dalla quotidianità, dalle regole ferree delle suore, che impongono ai bambini un regolamento rigidissimo: poco tempo dedicato agli svaghi e più ai doveri.
Quasi tutti i personaggi che l'autrice ha deciso di approfondire e di far emergere hanno un tratto caratteristico che li rende unici, diversi:
William Eng, uno dei personaggi principali, è l'unico ragazzo dai tratti cinesi nell'orfanotrofio. 
La sua migliore amica, Charlotte, è una ragazzina cieca, incompresa dai più e in simbiosi solo ed esclusivamente con Will.

Nell'Istituto non si può fare alcun riferimento ai propri genitori, ma Will, in segreto, farà di tutto per trovare la madre.
Will è quasi sicuro di conoscerne l'identità: pensa si tratti di Willow Frost: un'attrice, ballerina e cantante famosissima. 

Per arrivare al succo della storia, bisogna però tornare un po' indietro nel tempo, dieci anni prima.
Grazie a un lungo e intenso flashback pressochè privo di interruzioni, il lettore ha modo di conoscere meglio la Willow Frost del passato, conosciuta allora con il suo nome di battesimo: Liu Song Eng.  
La scalata verso il successo di Liu viene raccontata dal principio.
Prima di diventare famosa, era una povera ragazzina, nata e cresciuta nella Chinatown di Seattle, è orfana di padre e vive con un patrigno freddo e una madre in fin di vita da mantenere.

Come per William, si ripresenta il problema della discriminazione razziale dovuta ai suoi tratti orientali.
Anche all'interno della stessa comunità cinese, la giovane è considerata una reietta: costretta a cantare in strada per guadagnarsi da vivere, la sua professione è considerata una vergogna, al pari della prostituzione, dalle donne cinesi modello.


"Per le aziende di bianchi lei era troppo orientale, e per quelle cinesi troppo moderna, troppo occidentale"

Da fenomeno da baraccone a icona di stile, da dilettante a diva acclamata il passo è lungo: prima di raggiungere la notorietà, Liu affronta un periodo costellato dalle difficoltà economiche, in bilico tra famiglia e carriera.
Unico conforto: il profondo legame stabilitosi con il figlio, il sostegno di un'amicizia e una storia d'amore.

"Voleva trovare il suo suolo, non solo sul palcoscenico, ma nella vita". 

Valutazione:

23 ago 2015

L'ultima Speranza della Terra di Lan Wright

Editore: Urania #844
Pagine: 176
Data di pubblicazione: 13 Luglio 1980

Prezzo: (copertina flessibile; da collezione) da € 6,50

Trama di copertina:
E' MARTE la risposta al problema della peste verde che va soffocando la Terra? 
E' MARTE la via d'uscita alla nebbia sempre più fitta che va ricoprendo i continenti? 
E' MARTE la possibilità d'un ritorno alla vita dopo l'anarchia e il caos che vanno distruggendo ogni resto di civiltà? 
Ma se L'ULTIMA SPERANZA DELLA TERRA è su MARTE, perchè intorno alle notizie provenienti dal Pianeta Rosso viene disperatamente mantenuto il più stretto segreto? 
Su un tema tradizionale, Lan Wright ha scritto un romanzo diverso: una storia perfettamente coerente, magistralmente articolata, e rigorosamente condotta fino alla più imprevista delle conclusioni.

Niente apocalissi catastrofiche con esplosioni e via dicendo, nessuna invasione aliena: semplicemente, il lento incedere della natura, che, passando inosservata, è riuscita a travalicare le barriere imposte dalla tecnologia umana, rendendo la Terra una pianeta inospitale e mettendo alle strette i suoi abitanti urbanizzati:

Una specie di Alga apparentemente innoqua ha infestato la Terra, diffondendosi a perdita d'occhio. 

Conseguenza: la Terra non è più quella che conosciamo. 
Inselvatichita e arretrata, l'umanità è costretta a retrocedere di fronte alla sovranità che la natura è riuscita ad imporre.
Ormai il destino è uno solo: prima o poi l'umanità, se non pensa a qualcosa per porvi rimedio, sparirà dalla faccia del pianeta, sostituita da alghe e funghi.

Per trarsi in salvo, l'unico modo sembra abbandonare definitivamente il pianeta.
Ma come fare?

Sembra che soluzione si nasconda su Marte, sul quale da tempo si stanno dedicando a un progetto top-secret.

E' da tempo ormai che gli umani sono atterrati per la prima volta sul Pianeta Rosso: l'hanno già "fatto loro". 
Su di esso, infatti, sono già state costruite delle basi.
I terrestri sono riusciti a renderlo in qualche modo abitabile e respirabile costruendo delle cupole isolanti. 
Purtroppo, senza la possibilità di ricorrere alla tecnologie e di attingere alle risorse del Pianeta Madre, la vita sul pianeta Rosso è ancora impossibile.
La sua superficie non è ancora stata completamente esplorata: stando a quando è stato scoperto fino ad ora, trattasi di un pianeta inabitato. 
Unica forma di vita presente: delle piante molto simili a licheni,  unica macchia verde su una distesa di sabbia rossa. 
Clima: secco, sbalzi termici estremi e con frequenti tempeste di sabbia. 
Presenza di acqua: rilevata poca neve in corrispondenza dei poli. 
Aria: irrespirabile senza un intervento artificiale; si sta sperimentando un modo per incrementare i livelli di ossigeno.
Satelliti (Deimos e Phobos): La posizione strategica di uno di essi lo rende ideale a sfruttarlo come pista di atterraggio.

Lo scrittore si immagina un futuro che non si allontana troppo dalla realtà.
Lo scenario presentatoci da Wright è piuttosto razionale, realistico e scientifico. 

Il protagonista del romanzo è Peter Benbow, dottore di fisica, tre lauree, vive e lavora in Africa con la moglie, conosciuta sul posto.
In seguito alla proposta di partire per Marte, è costretto a lasciarsi alle spalle la sua vita terrestre, legami affettivi compresi. 
Sul nuovo pianeta hanno bisogno del suo aiuto: le sue potenzialità verranno sfruttate nel migliore dei modi.

Benbow ricopre il ruolo di "ambasciatore": è l'unico personaggio a conoscere entrambe le facce della medaglia.
Tra Marte e la Terra, infatti, non c'è comunicazione: l'uno ignora i progetti dell'altro.
E' l'assenza di dialogo che complica non poco la situazione, che non sarebbe degenerata fino a quel punto se i due fronti avessero deciso di allearsi e non tenere all'oscuro l'altro di informazioni importanti, dalle quali dipende la salvezza del genere umano.

La storia non termina come ci si aspetterebbe. 
La soluzione, alla fine, è più a portata di mano di quello che si crede.
Tuttavia, non immaginatevi colpi di scena da urlo o scenografie fantascientifiche alla Star Wars.

Punto forte della narrazione sono le descrizioni tecnico-scientifiche e le parti più introspettive.

E' un libro brevissimo, un racconto lungo più che un romanzo: lo si legge tranquillamente in una giornata.


Valutazione:

12 ago 2015

Recensione "Le Ho Mai Raccontato del Vento del Nord" e "La Settima Onda" di Daniel Glattauer

Un'email all'indirizzo sbagliato e tra due perfetti sconosciuti scatta la scintilla. Come in una favola moderna, dopo aver superato l'impaccio iniziale, tra Emmi Rothner - 34 anni, sposa e madre irreprensibile dei due figli del marito - e Leo Leike - psicolinguista reduce dall'ennesimo fallimento sentimentale - si instaura un'amicizia giocosa, segnata dalla complicità e da stoccate di ironia reciproca, e destinata ben presto a evolvere in un sentimento ben più potente, che rischia di travolgere entrambi. Romanzo d'amore epistolare dell'era Internet, il romanzo descrive la nascita di un legame intenso, di una relazione che coppia non è, ma lo diventa virtualmente. Un rapporto di questo tipo potrà mai sopravvivere a un vero incontro?

Un romanzo epistolare.
Prendete due perfetti sconosciuti.
Emmi Rothner e Leo Leike.
Residenti nella stessa città, non si sono mai visti prima.
Emmi deve disdire l'abbonamento da un'orrida rivista locale.
Un errore nell'indirizzo email e il gioco è fatto.
Emmi entra in contatto con Leo, destinatario dell'email mandata alla persona sbagliata.
Da questo malinteso, ha inizio uno scambio intenso e quotidiano di messaggi.
Tra i due si instaura un'amicizia che va al di là della fisicità.
Un rapporto che sta in piedi grazie alle parole.

"Il suo corpo non era nient'altro che l'aria fra i tasti delle lettere con cui giorno dopo giorno la plasmavo a parole. Un soffio... e sarebbe sparita".


Un qualcosa di astratto: molto più profondo: attraverso le parole scritte, infatti, si riesce a comunicare in modo più intenso, intimo e profondo.

"Comunichiamo dentro una bolla d'aria".

"Non c'è nessuno intorno a noi. Abitiamo in un non luogo. Siamo senza età, senza volto. Il giorno e la notte non esistono. Siamo fuori dal tempo. Abbiamo solo gli schermi del computer, rigorosamente top secret, e un hobby in comune: l'interesse per un perfetto sconosciuto.
Che bravi".

Il romanzo si è rivelato molto al di sopra delle aspettative.
Già la premessa, che mi ha fatto tornare in mente il film "You've got mail - C'è Posta per Te" (uno dei miei preferiti), mi aveva incuriosita parecchio.
Due persone che non conoscono l'uno il volto dell'altro. 
Gli unici indizi che hanno sulla loro identità e sul loro aspetto sono unicamente riconducibili alle parole: conoscono sin troppo la personalità l'uno dell'altro, ma l'immagine fisica che hanno in testa è una mera fantasia.
E' un romanzo molto sottile. 
La scrittura è "fluida" e senza troppe pretese.
Il testo scorre molto velocemente, e lo si finisce fin troppo in fretta.

I due decideranno, alla fine, di incontrarsi? 
O si limiteranno a mantenere un rapporto prettamente virtuale?

Un consiglio: se non avete a portata di mano il seguito, non iniziatelo! Soprattutto se detestate le storie che finiscono in modo incompleto.


COINVOLGIMENTO: (=quanto è riuscito a coinvolgermi): 5/5
STILE DI SCRITTURA: 3/5
ORIGINALITA' TRAMA: 4/5
PERSONAGGI (profilo psicologico): 5/5
SETTING (qualità descrizioni): 3/5

Emmi e Leo: per chi ancora non li conosce, sono i protagonisti di un amore virtuale appassionante, che ha vissuto ogni sorta di emozione, a parte quella dell'incontro vero. Sì, perché dopo quasi due anni, Leo ha deciso di tagliare definitivamente i ponti con Emmi e partire per Boston, per ricominciare una nuova vita. Emmi non si dà però per vinta, e riesce nell'impresa di riallacciare i rapporti con Leo. Mentre lei è ancora felicemente sposata con Bernhard, per Leo in nove mesi le cose sono cambiate, eccome: in America ha conosciuto Pamela e finalmente ha iniziato la storia d'amore che ha sempre sognato. Si sa, però, l'apparenza inganna. Ritornano le schermaglie via e-mail che hanno tenuto col fiato sospeso i lettori di "Le ho mai raccontato del vento del Nord", e anche stavolta promettono scintille.

Come già nell'ultima parte del precedente romanzo, la relazione tra i due è diventata talmente intensa da risultare malata, soprattutto da parte di Emma.

Tanto che, il marito di quest'ultima (Bernhard), si accorge dello strano comportamento della moglie. 
Inizia ad indagare e, una volta intuita la causa del suo cambiamento, decide di intervenire.

Bernhard è il primo elemento esterno ad intromettersi nella loro relazione "in un'altra dimensione".

Al contrario di quello che mi sarei aspettata, il marito si dimostra una persona si indiscreta, ma anche saggia e riflessiva, in grado di comprendere la condizione della moglie e agendo quindi di
conseguenza. 
Allo stesso tempo, però, la sua reazione empatica mi ha dato invece parecchio fastidio: il suo non chiarire le cose ma complottare alle spalle della moglie.

L'intervento di una terza parte incrina non poco i rapporti tra i due: per la prima volta sono costretti a considerare il loro rapporto come qualcosa di vero, concreto, qualcosa non più separato dalla loro vita, ma parte di essa.

Leo, spaventato da tutto ciò, al termine del romanzo precedente aveva deciso di troncare temporaneamente il rapporti, di smettere di rispondere alle richieste della penpal e fuggire a Boston prendendosi una pausa di riflessione.

Apparentemente gestisce in modo più distaccato il rapporto con Emma: la sua vita virtuale non condiziona in modo così considerevole la sfera reale.
Riesce addirittura a trovare una compagna
Solo più avanti, capisce che la sua nuova fidanzata, Pamela, altri non è che un modo per riversare su qualcuno ciò che sente per Emmi.

Entrambi sembrano considerare il loro legame come qualcosa di impossibile da concretizzare: un sorta di amore utopico e idealizzato, ostacolato oltretutto dal longevo matrimonio di Emma.

Ma è evidente che, nonostante i numerosi tentativi di negare e di razionalizzare la cosa, i sentimenti che provano sono concreti: esistono in quanto tali.

Il primo incontro è un flop: entrambi sanno cosa si aspetta l'uno dall'altra, ma , essendosi creati entrambi un alter ego della persona alla quale scrivono, sarà molto difficile riconoscersi in quanto tali: il primo incontro sarà quello tra due estranei, due involucri incapaci di comunicare allo stesso modo utilizzato nel "Mondo di Outlook". 

Risolto il mistero dell'aspetto fisico, Emmi e Leo continuano comunque a mantenere la barriera del monitor, continuando quindi a condurre vite separate.

Gli argomenti  affrontati nelle lettere iniziano a spaziare: se prima avevano deciso di escludere discorsi relativi a famiglia e lavoro (per rimanere nella loro dimensione e mantenere l'anonimato), ora si concedono di parlarne in tutta libertà, rimanendo comunque sul vago.

Gli appuntamenti "face to face" organizzati sono brevi e poco frequenti.

La comunicazione scritta si è fatta meno frequente, più breve ma forse più sincera, più "parlata" che scritta, quasi fossero lunghi discorsi diretti.

Non mi ha entusiasmata come il primo.
Mi sarebbe piaciuto che l'incontro tra i due fosse spostato a più avanti nella storia, in modo da mantenere quell'aura di mistero in più: il fascino dell'indagine sull'alias avrebbe reso il tutto più intrigante.

Quando meno te l'aspetti... la storia termina, pur non lasciando punti in sospeso. Mi sarei aspettata qualcosa di più "ad effetto". 
Ma forse, vista la conoscenza avvenuta in modo progressivo, era l'unica possibilità plausibile: sciolti tutti i nodi, rimossi tutti gli ostacoli, non c'era più niente da raccontare: al libro non restava altro che terminare... senza tante cerimonie.

"Non esistono istruzioni per l'uso con annessa planimetria per l'avvistamento e il salvataggio della felicità. Ognuno cerca la propria a modo suo, o ovunque creda di poterla trovare il prima possibile"

COINVOLGIMENTO: (=quanto è riuscito a coinvolgermi): 2/5
STILE DI SCRITTURA: 3/5
ORIGINALITA' TRAMA: 2/5
PERSONAGGI (profilo psicologico): 5/5
SETTING (qualità descrizioni): 2/5

9 ago 2015

Recensione di "A Volte Ritorno" di John Niven

Trama di copertina:
Dopo una vacanza di qualche secolo Dio è tornato in ufficio, in Paradiso, e per prima cosa chiede al suo staff un brief sugli ultimi avvenimenti. I suoi gli fanno un quadro talmente catastrofico - preti che molestano i bambini, enormità di cibo sprecato e popolazioni che muoiono di fame... - che Dio si vede costretto a rimandare giù il figlio per dare una sistemata. JC (Jesus Christ) gli dice: "Sei sicuro sia una buona idea? Non ti ricordi cosa è successo l'altra volta?" Ma Dio è irremovibile. Così JC piomba a NY, dove vive con alcuni drop-out e ha modo di rendersi conto in prima persona dell'assurdità del mondo degli uomini. E cerca, come può, di dare una mano. Il ragazzo non sa fare niente, eccetto suonare la chitarra. E riesce a finire in un programma di talenti alla tv. Un gran bel modo per fare arrivare il suo messaggio a un sacco di gente. Ma, come già in passato, anche oggi chi sta dalla parte dei marginali non è propriamente ben visto dalle autorità.

"Secondo voi quando Gesù tornerà sulla Terrà avrà voglia di rivedere una croce del c***o?"
(Bill Hicks)



Ottimo inizio: una risata tira l'altra. 
Le scene comiche si susseguono una dietro l'altra, non lasciando nemmeno il tempo di respirare.

Il titolo italiano è molto più d'impatto rispetto all'originale, mentre, per quanto concerne la copertina, preferisco nettamente la versione Americana. Quest'ultima sembra volerci dire: "Se Gesù oggi fosse tra noi.... altri non sarebbe che un criminale"

Linguaggio "un tantino" parecchio volgare, ma niente di illegale.
Lo sconsiglio ai religiosi puristi e a quelli che si sconvolgono davanti a linguaggi scostumati.
Forse avrei evitato certe esagerazioni, come il fatto che Dio&Company fanno uso abituale di  canne e marjhuana: non mi sembra il caso di arrivare a questo punto, visto il tema piuttosto... delicato.

Irving fa di Gesù il suo portavoce, un modo indiretto di affrontare argomenti controversi, oggetto di dibattiti e accese discussioni: politica, religione, diritti degli omosessuali, ecologia, denaro e molto altro.

Di cosa parla il libro?
La vicenda ha inizio in Paradiso.
Dio si appresta a tornare "in ufficio" dopo un lungo periodo di ferie in cui essenzialmente è andato a pescare.
Perchè si, si lavora anche qui, cosa pensavate?
Quante cose si è perso!
I vari assistenti della combriccola lo aggiornano sull'attuale situation della Terra, e ne rimane sconvolto, gli cadono le braccia dallo sconforto tanto ci rimane di sasso.

Il Dio di Irving non vede la Bibbia come un libro di culto, anzi, rimane stupito quando ne scopre l'esistenza.

Ci rimane ancor più male quando si rende conto che la religione basata sul suo culto si basa su ideali che non c'entrano niente con quello che lui veramente pensa: falsi profeti hanno sfruttato la sua immagine a loro vantaggio, per diffondere idee che Lui nemmeno condivide.
Dopo questa breve introduzione, un altro personaggio entra in scena: Gesù.
Ma chi è costui?
E' "uno di noi", è un po' il ritratto del ragazzo medio contemporaneo: voglia di far niente, "bamboccione" e molto legato al padre.

Vista la grave situazione sulla Terra, il Signore decide di far scendere il figlio a New York, nel tentativo di salvare "aggiustare" gli uomini, e per infondere in essi un briciolo di sale in zucca come intente Lui.
Gesù, scorbutico e di malavoglia, è costretto a rimettersi nei panni del Messia.

Toglietevi dalla testa l'immagine idealizzata che vi siete fatti del Figlio di Dio: niente parabole, niente miracoli e niente "passeggiate" sulle acque per il Gesù di Irving.

Pensate invece a qualcuno di più umano e moderno, senza peli sulla lingua: una versione... aggiornata.

"Piacere, Gesù" [...]
"Come Quello della Bibbia?"
"Spiccicato. Senti, non ti devi preoccupare, qual è la cosa peggiore che può capitarti?"
"Che a loro non piaccio"
"Allora che se ne vadano a*******o [...]


"E quindi... " dice Terence, pulendosi il labbro superiore dalla schiuma di birra "Quand'è che c'è la messa?"
"La messa?" domanda Gesù.
"Si, la messa e le preghiere e tutto il resto.
Gesù e Becky scoppiano a ridere.
"Amico" dice Becky, "se è questo che cercavi, poco ma sicuro sei finito nel posto sbagliato"

Nella sua nuova vita da Messia, GC è lo squattrinato chitarrista di una band, pieno di amici "problematici" provenienti dai quartieri poveri della città: tizi poco raccomandabili per la gente comune, barboni, donne con un passato di droga e prostituzione, aiutate da lui a tornare a condurre una vita più sana.

PREDICA BENE E RAZZOLA male BENE
L'immagine da "buon samaritano", però,  non gli si scolla del tutto di dosso.
Malgrado le sue pessime condizioni economiche, si impegna ad ogni costo nell'aiutare i bisognosi.
Nel complesso, però, l'uomo che ci viene presentato da Irving non è certo un santarellino: un po' hippie e anticonformista, un po' come faceva il buon vecchio Robin Hood, ricorre anche all'inganno per ottenere certe agevolazioni dimostrandosi un perfetto affarista.

"JESUS CHRIST SUPERSTAR"
La vita della sua band ha un ruolo preponderante nella vicenda, tanto da mettere in secondo piano il tema principale della storia.
Gesù capisce che, se vuole essere ascoltato dal popolo moderno, l'unica soluzione è servirsi dei mass media.

Ma come fare?

"Gesù Cristo si era illuso che quaggiù fosse tutto più semplice: formi una band che spacca, vendi una marea di dischi e poi usi quel palco per dire alla gente che stanno mandando tutto a p*****e. [...] Facile, come no. Pensa ora"

Sarà un annuncio pubblicitario a fargli venire la brillante idea:  partecipare ad un provino per un talent show musicale.
Parte così per un viaggio on the road destinazione Los Angeles (gli studi di American Popstar), scortato dalla sua affidata ciurma di amichetti ...

Caduta di stile a metà libro: una volta approdati in tv, non si fa altro che parlare di dati tecnici, audience,strategie per aumentare la popolarità del proprio personaggio televisivo, dilemmi su quali canzoni presentare alle esibizioni, produttori bacchettoni: uno spaccato di ciò che accade dietro le quinte di un talent show di successo: piuttosto barboso.

Una ripresa la si ha solo nell'ultima parte.

Il testo è arricchito qua e là da citazioni di canzoni famose, che a loro modo fanno da colonna sonora alla narrazione.
I minuziosi dettagli musicali e alcune scene stile musical faranno sicuramente piacere agli appassionati di musica!

Riuscirà il nostro eroe a cavalcare l'onda del successo e, soprattutto, a diffondere la parola del Padre nel Mondo?

"Fate i Bravi"
(Dio)

COINVOLGIMENTO: (=quanto è riuscito a coinvolgermi): 7/10
STILE DI SCRITTURA: 8/10
ORIGINALITA' TRAMA: 8/10
PERSONAGGI (profilo psicologico): 7/10
SETTING (qualità descrizioni): 7/10